Sono due ragazze quattordicenni, le baby squillo che facevano parte di un giro di prostituzione.
La mattina erano due studentesse del liceo classico e il pomeriggio si prostituivano.
Le adolescenti sono state adescate tramite un social network, da un gruppo di uomini.
Attratte dal denaro, si prostituivano e facevano uso di droghe.
Gli incontri tra le giovani ragazze e i clienti avvenivano tramite annunci privati in una specie di casa chiusa, in via Parioli.
La denuncia è arrivata dalla madre di una delle due ragazze, mentre l’altra ne era conoscenza e percepiva anche dei guadagni dalla figlia.
I social network in questi casi diventano pericolosi, quando le persone ne fanno un uso improprio, i genitori non educano ai media i propri figli e i giovani inesperti cadono nelle trappole di uomini o donne senza scrupoli.
Inoltre una mamma che invece di denunciare chi faceva del male alla propria figlia, decide di entrare a fare parte anche lei del guadagno, ci lascia perplessi sul vero ruolo del genitore, che dovrebbe educare, amare e proteggere il figlio.
Fonti:
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