L'hanno violentata in tre, torturata con un coltello e abbandonata in un locale isolata dove era stata trascinata con le minacce: questo è quanto accaduto a Vico Gargano in provincia di Foggia. I violentatori hanno pochi anni più di lei e sono stati arrestati con l'accusa di porto abusivo di coltello e lesioni personali.
La ragazza invece è stata operata d'urgenza e si trova adesso all'ospedale di San Severo in prognosi riservata.
Dalla vicenda e dal modo in cui questa viene raccontata emergono due elementi preoccupanti: il primo, lampante, cioè quello di una violenza diffusa che si scatena contro i più deboli e segue le logiche dell'inclusione e dell'esclusione del branco.
Il secondo, più generale e meno evidente ma comunque importante: il retaggio culturale con cui fatti di cronoca come questa vengono riportati addal stampa e dai mass media. Se per assurdo questo vile atto di vigliaccheria e violenza fosse stato commesso da extracomunitari, gli autori sarebbero stati etichettati come tali, cioè come se questo fosse un aggravante, mentre nel caso realmente successo vengono identificati come "branco". Il problema sta nel fatto che per descrivere lo stesso avvenimento compiuto da soggetti "diversi" si utilizzano insiemi di riferimenti non omogenei.
Perchè un italiano non viene mai etichettato per la sua nazionalità d'appartenenza mentre un rumeno, o un senegalese, o un marocchino si?
Forse servirebbe una riflessione su questo argomento, almeno fin quando le notizie saranno condite da pregiudiziali che remino nella direzione opposta dell'integrazione e alla solidarietà tra i popoli.
Davide Pinelli - DEApress
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