Sicilia: un giardino in mezzo al mare
L’isola è famosa per l’ospitalità, il mare, la limpidezza dei colori, il tepore del sole e per l’incredibile patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico che l’hanno resa una delle regioni al mondo con il maggior numero di perle UNESCO: Siracusa, Pantalica, Valle dei Templi, arcipelago delle Eolie, barocco della Valle Iblea e così via. La Sicilia è sicuramente un luogo incredibile, pieno di contraddizioni, un variegato e disomogeneo mondo che, alla fine, risulta in perfetto equilibrio. La sua storia è scolpita in un angolo profondo del tempo, seguirne tutte le vicende è un’esperienza straordinaria che chiunque può avere, anche se non è siciliano. Goethe, visitando l’Italia e poi la Sicilia, scrisse: “L’Italia, senza la Sicilia, non lascia immagine alcuna nello spirito: qui è la chiave di tutto.” Se non riuscite a comprendere le ragioni per le quali siete attratti da quest’isola è perché esse non sono visibili sul piano materiale, ma percepibili soltanto con l’anima: è la magia di quella particolare “atmosfera” che tutta la pervade.
La Sicilia è la maggiore isola del Mediterraneo ed è la regione più meridionale e più estesa d’Italia. Lo Stretto di Messina, largo meno di tre chilometri, la separa dall’Italia e il Canale di Sicilia dall’Africa, da cui dista solo140 chilometri. È una regione collinare per il 61,4% del territorio, montuosa quasi per il 25% e per il restante è pianeggiante, con oltre cinque milioni di persone. Palermo ne è il capoluogo ed è la quinta città italiana; sono molto popolose anche Catania e Messina. Vi sono anche molte isole minori: le Lipari o Eolie, Ustica, le Egadi, Pantelleria e le Pelagie che sono le più lontane dalle coste siciliane. Il periodo più indicato per visitare questa regione, per godersi l’ospitalità e il mare, è molto lungo: va da metà aprile fino a fine ottobre.
Per la sua forma l’isola, nei tempi antichi, era chiamata Trinacria, poi Sicania e, alla fine, Sicilia, dai Siculi che vi passarono in massa dall’Italia. Il simbolo esiste da circa trenta secoli in varie versioni; la testa, identificata con Medusa, era, presso i Greci, nel petto di tutte le statue della dea Atena. Dal 3 aprile 1282 divenne la bandiera siciliana.
Le maestose vestigia architettoniche di teatri, templi, acquedotti e monumenti, che ancora si ergono maestose, nonché la quantità e qualità di sculture, parti decorative di antichi edifici, testimoniano i secoli di grande civiltà greco-sicula, romana, bizantina, araba e costituiscono uno dei maggiori tesori archeologici del mondo. Già nel Mondo Antico destavano meraviglia le realizzazioni architettoniche di grandi dimensioni che contrassegnavano le città.
Siracusa è un piccolo gioiello, le tracce dell’antica potenza e splendore sono ancora ovunque in questa città che, senza dubbio, è una delle più belle e piacevoli della Sicilia. Si può cominciare visitando il Teatro Greco, il più grande e ben conservato della Sicilia, proseguire con l’Anfiteatro Romano, una grandiosa costruzione di età imperiale scavata nella roccia. Testimonianze del suo passato e dei fasti dell’epoca barocca sono visibili nel centro storico, la splendida Ortigia, dalla storia millenaria. Essa solo, come pochissimi altri centri storici nel mondo, mostra i resti di tutte le epoche e culture che ha attraversato dalla fondazione ai giorni nostri.
Palermo, il suo centro storico è una cavalcata trionfale in millenni di storia e dove mura puniche si amalgamano con il barocco, con l’arte medioevale e con la fortissima impronta araba.
Taormina, Cefalù, Erice, borghi favolosi arroccati in cima a cocuzzoli che hanno in comune una bellezza paesaggistica e archeologica di livello mondiale e che sono certamente tre delle mete più visitate dell’isola. Inoltre: la preistorica Pantalica (XIII sec a.C.); il teatro greco di Akray (III sec. a.C.); le terme romane di Catania (IV sec d.C.); la Cuba bizantina di Castiglione (VII sec d.C.); la Valle dei Templi, una delle grandi meraviglie della Sicilia, la cappella arabo-normanna Palatina di Palermo (1100); il federiciano Castello Ursino di Catania (1200), il barocco a Noto (1700) e altre attrattive.
L’isola si è trovata, da sempre, al centro di attenzioni di popoli di ogni luogo che, a ricordo del loro passaggio, hanno lasciato non solo monumenti e ruderi, ma introdotto colture e tradizioni che hanno segnato sia il paesaggio sia le abitudini e modi di vita riscontrabili ancora oggi, soprattutto in cucina. Una delle influenze più importanti è quella degli Arabi ai quali si deve la diffusione dello zucchero, agrumi, zafferano e cannella, oltre al riso, basti ricordare le arancine, una sorta di simbolo della cucina isolana. In cucina è ricorrente la consuetudine del piatto unico: la pasta con le sarde, quella con legumi e ortaggi, pasta ‘ncaciata messinese, alla Norma (pomodoro, ricotta salata e melanzane). I tanti tipi di pane, dei quali la Sicilia è famosa, si sono sempre associati a olio, pomodoro e origano (pane “cunsato”, cioè condito). Altri tipici piatti sono: caponata di melanzane; falsomagro (grosso rotolo di carne ripieno di formaggio, prosciutto e uova), involtini alla palermitana (pangrattato, pinoli, uva passa, alloro, formaggio e cipolla), sarde a beccafico (pangrattato, pinoli e limone), “ghiotta” (pesce, olive, cipolle, pomodoro e capperi) e nel trapanese il cuscusu, di origine magrebino, realizzato con pesce. Cucina di strada: friggitorie, forni e bancarelle offrono ogni sorta di piatti a tutte le ore (panelle e sfinciuni, a Palermo il pane ca’ meusa, crostino con la milza, ecc). Un discorso a parte merita la pasticceria siciliana. La variopinta frutta martorana, cassate, cannoli, pignoccata, biancomangiare, gelati e granite sono i più diffusi.
Per concludere, la Sicilia è una terra sorprendente che offre molteplici attrattive, tra paesaggio, cultura ed enogastronomia. Chi non ha mai avuto la possibilità di visitarla difficilmente ne comprende l’essenza.
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