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Crogiuolo di attività: arte russa a palazzo Strozzi

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Palazzo Strozzi inaugurerà la nuova stagione proponendo una mostra “coraggiosa”, com'è stata definita. Una mostra che approfondisce i gusti del pubblico fino ad oltrepassarli e a incarnarsi nel movimento dell’Avanguardia russa, nei panorami della Siberia e dell’Oriente.
La stagione autunnale dunque all'insegna dell'incontro con i motivi, gli stilemi stilistici e concettuali, le idee teoretiche ed estetiche che furono di ispirazione per gli artisti della Rivoluzione d'Ottobre del 1917. Le figure di pietra del Neolitico, i rituali sciamani siberiani, le stampe popolari cinesi, le incisioni giapponesi e la filosofia indiana sono soltanto alcune delle idee che hanno ispirato questi artisti.
In allestimento, una selezione di opere interessanti, tra le quali quelle di Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova, Kalmakov, Konenkov e Vatagin. La scelta non segue la scia del grande pubblico. Sono posture che spesso noi occidentali che guardiamo all'America non assumiamo, non consideriamo o in cui ci è difficile immedesimarci, predisposti come siamo a immergerci in realtà urbane, al massimo nelle campagne fiorentine che sono comunque dimensioni fortemente antropomorfizzate.
Dal 27 Settembre al 20 Gennaio, l'imponente monumentalità di Palazzo Strozzi propone la complessa relazione tra l’arte russa e l’Oriente, tra quello spirito ortodosso che sfuma nel crogiuolo degli Urali, nell'incontro di Oriente e Occidente. “Spiritualità e antropologia, filosofia e sciamanesimo”, si legge nella presentazione della mostra che ne da il sito della Fondazione Palazzo Strozzi. Gli sfondi che la natura ha offerto agli sguardi degli artisti raggruppati in questa rassegna d'arte internazionale, sono quelli non passibili di addomesticamento. La steppa dell'Asia, fino alla Cina e all'emergente India.
Un'esperienza straniante che lo sguardo del visitatore potrà sperimentare, attraverso innanzitutto la pittura astratta di Kandisky.

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È la prima mostra a livello internazionale che da importanza alle fonti orientali nel Modernismo Russo, assegnando di conseguenza, un ruolo di rilievo agli artisti radicali russi che influenzarono lo sviluppo dell’arte moderna circa un secolo fa.
130 opere (79 dipinti, acquerelli e disegni; 15 sculture e 36 tra oggetti del repertorio etnoantropologico e incisioni popolari) suddivise in 11 sezioni, per una vetrina artistica affascinante.
Kandisky sosteneva che “l’anima è un pianoforte con molte corde”. Una metafora che ci istuisce bene circa la sua poetica artistica: l’uso del colore rimanda a un nesso molto stretto tra opera d’arte e dimensione spirituale. Il noto “Lo spirituale nell'arte” del pittore russo va in questa direzione, preoccupandosi di far emergere il “suono interiore” del colore, squarcio cromatico che apre le nostre menti a effetti psico-fisici rilevanti, che l'artista coglie senza che passino inosservate.
Una vera e propria rassegna fenomenologica dei colori, caldi o freddi, che si muovono in orizzontale o in verticale e che vanno a impreziosire le nostre retine, combinandosi in composizioni geometriche essenziali, scarne eppure nell'insieme complesse, labirintiche. Forme di superfici in cui lo sguardo fruitore si perde come in un cortometraggio infinito.

 

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Ultimo aggiornamento ( Venerdì 18 Settembre 2015 15:40 )  

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