La giurisprudenza tedesca, a differenza di quella italiana, (1) non consente, in teoria, ai funzionari teutonici, l'uso di malware “et similia”. Questo non ha impedito a costoro di provarci (2) e di riprovarci (3). Il risultato? Computer di mezzo mondo (4) che presentavano rallentamenti e malfunzionamenti per permettere ai pubblici ufficiali della Repubblica Federale di raccogliere prove che, essendo ottenute in modo illegale, non avrebbero potuto esibire in tribunale.
Era almeno dagli anni '70 che la polizia tedesca non dava prova di tanta ottusità.
Ma noi in Italia siamo “sempre un passo avanti”. Circa un anno fa esplose lo scandalo del cosiddetto “Hacking Team” (5) . Venimmo dunque a sapere che una azienda italiana, aveva messo a frutto la sua esperienza nel sorvegliare i cittadini del “Belpaese” per servire regimi dittatoriali di mezzo mondo e aiutarli così a mettere a tacere ogni opposizione. La spregiudicatezza di questi degni rappresentanti del mondo dell'impresa “made in Italy” era tale che ci fù persino il sospetto che costoro potessero fabbricare di sana pianta le prove per compiacere i committenti. Riporto le parole di un esperto: “[...] Chiunque avrebbe potuto impiantare dati creati ad hoc su un computer, un po' come quando il poliziotto cattivo ti infila il sacchetto di cocaina nella tasca per creare una prova. Questa è la stessa cosa in versione digitale. Se io fossi un giudice mi farei una domanda adesso: chi mi dà la garanzia che le prove che mi hanno sottomesso non siano state fabbricate ad arte?" (6) .Naturalmente la suddetta azienda è ancora attiva e operante (7). “Con buona pace” di chi crede nel potere della “pubblica disapprovazione”.
Adesso una sentenza della Cassazione (8) legalizza l'uso in Italia del “trojan di Stato” per combattere la criminalità organizzata. Dato che questi software "piacciano ai pubblici ufficiali" anche là dove sono illegali, qui che sono invece legali, finiranno per essere usati in massa, per ritrovarceli nei computer di tutti, pregiudicati e incensurati, onesti e delinquenti, “fino agli estremi limiti della Terra”...Con conseguenti malfunzionamenti, rallentamenti, e chissà che non vengano usati anche da qualcuno per i suoi scopi privati. Personalmente non credo che le operazioni di polizia debbano venire fatte “fregandosene altamente” dei possibili “danni collaterali”. Inoltre, meno controllo ha l'utente su ciò che fà il suo computer, meno sono “significative” eventuali prove di crimini raccolte su di esso. Quindi in conclusione daremo altri soldi pubblici ai “soliti noti”, imprenditori informatici senza scrupoli che chiaramente si faranno pagare per realizzare i malware, per avere meno privacy per il cittadino onesto, con un nulla di fatto contro la criminalità organizzata.
...E computer che funzionano sempre peggio…
Fabrizio Cucchi, DEApress
(3)http://www.deapress.com/cronache/17346-torna-il-malware-qdi-statoq.html
(4) Un “file” auto-eseguibile all'insaputa dell'utente non ha bisogno di essere programmato per replicarsi per diffondersi oltre le intenzioni del suo “untore”. Se è veicolato da un allegato di una e-mail questa può venire inoltrata o semplicemente aperta sul computer di qualcun altro. Anche se viene istallato direttamente sul computer voluto ...il virus non verrà rimosso se la macchina viene venduta, prestata o semplicemente utilizzata da qualcun altro.
(5)https://it.wikipedia.org/wiki/Hacking_Team
(8)http://motherboard.vice.com/it/read/cassazione-trojan-di-stato-criminalita-organizzata
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