Fur, siamo noi tutti. Siamo umani affetti da Bigottismo secondario all'educazione socialmente utile. Fur è l'origine del selvatico e assenza di pregiudizio, è il soffio divino che abbiamo scartato per rimanere alsicuro mimetizzati nelle nostre "mostruose" maschere all'interno della "caverna. Platone ha così ben indicato nella metafora della caverna il rifugio/protezione dalle idee originali, dalle passioni devianti dalla "norma" e persino per mettersi al sicuro dal proprio talento.
In Fur, di questo si tratta: di talento, di Eros- ἔρως che niente ha a che vedere con il moderno concetto di Sesso. Diane Arbus Eros lo scoprirà in sè lasciandosi contaminare da quel mondo che la gente "normanle" e comune liquida come orrido, mostruoso, impraticabile.
Fur rappresenta la nostra più intima possibilità di essere autentici imparando e praticando il respiro come soffio divino, quì rappresentato dai Freaks, popolo sommerso che abita le notti, le periferie del mondo e della mente, che pullula negli incubi e nei desideri incoffessati della nostra parte ombra. Nel film del geniale regista Steven Shainberg, nani, giganti, gemelle siamesi, donne senza arti superiori, medelli ideali e reali della fotografia di Diane, non emergono dalle viscere come zombie maledetti, ma scendono dall'alto ( nel film si tratta di una botola che collega il piano superiore all'appartamento della famiglia Arbus). Un alto che è simbolo di cielo, di un pantheon di divinità pronte a donarsi con generosità e coraggio.
Di fatto i mostri, sono entità divine che varrebbe la pena liberare con onore e ospitare a pieno titolo nel "salotto buono" della nostra dimora interiore, l'Anima. Termino con la frase più significativa che Diane Arbus abbia dedicato ai suoi amici e modelli: " La maggior parte della gente vive con la paura di avere prima o poi un'esperienza traumatica. I freaks sono nati con il trauma. Hanno già passato il loro esame. Sono degli aristocratici."
Una piccola recensione, tributo alla più grande e immane fotografa e donna di tutti i tempi, Diane Arbus, che amo appassionatamente.
Alerti.
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