14 novembre 2012 - Un incontro all'Università di Firenze per parlare delle poesie di Hasan Atiya al Nassar con Silvana Grippi, Simone Siliani. Presentazione del secondo appuntamento video letterario pesso il Comune di Firenze - Q2 - Villa Arrivabene - alle ore 18.00. Video sulla cultura araba in italia.
Reading con Simone Rebora per le poesie di Hasan e Giusy Giovannazzo per quelle di Gigliola. A seguire dibattito, commento e contraddittorio a microfono aperto per esprimere e condividere l'amore per l'arte poetica e studiarne le sue sfaccettature..
Silvana Grippi introduce: con questa iniziativa vogliamo dare la parola alla poesia contemporanea, alle affinità tra: una donna italiana ed un uomo mediorientale e due forme di scrittura differenti per cultura e genere, un lavoro serio e sperimentale analizzato per la prima volta come dialogo in divenire.
Silvna Grippi: Hasan Atya al Nassar è nato in Iraq e nel 1981 fugge per poi arrivare a Firenze. L'ho conosciuto mentre frequentavamo l'Università di Lettere a Firenze. Ho iniziato a frequentarlo nel 1987 quando presso il Centro D.E.A. viene organizzata una mostra/incontro/spettacolo con la Lega degli Scrittori, giornalisti e artisti Kurdi (iracheni). Nel 1991 ottiene il Premio Fanzine "libera l'Idea" e la giuria decide di pubblicare il suo primo libro "Poesie dell'esilio". Molto spesso collabora con la Rivista DEA e pubblica alcuni suoi inediti che poi vengono inseriti anche nella Antologia di articoli pubblicati nel 2000 dal titolo "Siamo tutti immigrati".
Nel 2003, i soci del Centro Studi DEA tra cui il prof. Pio Baldelli, regalano ad Hassan una prima pubblicazione dal titolo "Roghi sull'acqua Babilonese" che verrà rieditata l'anno successivo (2004) con l'aiuto di Giulio Gori. Tutto ciò ha dato modo ad Hasan di farsi conoscere e di avere anche delle buone critiche. Nel 2004 infine l'abbiamo scelto - io e Jimmy Ciak - come "personaggio" (avvicinandolo come esule a Dante) per partecipare, con il cortometraggio "Shaar al Manfa", al "Festival dei Popoli". Il suo ultimo inedito ("Senza titolo") è stato pubblicato su "DEA tra cielo e terra" (6/2012). Non si può parlare della poesia di Hasan se non si conosce la poesia araba. La sua poesia è quasi una qasida che può essere composta anche da cento versi, con parole fluttuanti e rimate che rendono il pensiero una unità descrittiva. Hasan come un rawi declama ma non è sempre il solito soggetto: da oratore a pensiero inconscio, a personaggio esterno, fino ad affrontare situazioni storico-geografiche in transizione tra tempo reale e tempo mentale. Egli registra dei fatti, personali o collocati nella memoria storica, come in un registro (diwan). Uno spazio-tempo che assurge a racconto colloquiale come nella qasida veniva recitata per l'elogio ai sovrani o l'esaltazione divina attraverso la descrizione della natura o dell'amore. Per concludere, i suoi componimenti sono mixati tra la cultura orientale e la cultura occidentale. L'importanza dell'incontro sovrastrutturale della forma poetica, che assurge all'anima per esporre un pensiero, è la particolarità di Hasan Atiya al-Nassar.
Ecco la prefazione del libro: "Hasan Atiya Al Nassar". Edizione DEA (2004).
GIulio Gori - E' con orgoglio e soddisfazione che le Edizioni D.E.A. presentano questa nuova antologia poetica di Hasan Atiya Al Nassar: con l'orgoglio di chi conosce le straordinarie doti visionarie di questo maestro iracheno; e con la soddisfazione di chi sa che non ha speso invano il proprio tempo, nell'inseguire questo inafferrabile poeta anarchico. Abbiamo cercato la sfida perchè sapevamo che il disordine dell'amico Hasan, della sua vita, dei suoi costumi, della sua prosa, sarebbe svanito quasi per incanto per diventare ordine, magia, bellezza, nel momento in cui le sue intuizioni si fossero tramutate in versi.
Silvana Grippi - E' necessario ricordare, quando si parla di autori come Hasan al-Nassar, che troppo a lungo l'editoria italiana ha trascurato e sottovalutato la produzione letteraria islamica contemporanea, rendendo inaccessibile alla maggioranza dei lettori una cultura fecondissima di opere e di autori. ...
....Le poesie gli permettono di " raccontarsi" liberamente, senza costrizioni come testimone e come vittima non rassegnata....di gridare il sogno della "riscossa d'IRAQ", di recuperare tutto il suo dolore o, semplicemente, d'ammettersi stanco e spossato ( " ed io ho perso tutte le mie forze").