In centro Italia la situazione della ricostruzione dopo il terremoto è ancora lenta. ph. silvana grippi
Cos’è successo in questi quattro anni?
Il Centro Italia tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 è stata luogo di distruzione, morte e desolazione per coloro che vi abitavano. La prima scossa avvenne il 24 agosto del 2016 alle ore 3.36. Si contarono quattro forti scosse tellurgiche che interessarono la zona dell’Appennino centrale e le sue regioni: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo.
Una scossa di magnitudo 6 della scala Richter che ha avuto epicentro vicino al comune di Accumoli, in provincia di Rieti. L’energia sprigionata dalle scosse ha coinvolto anche le province di Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo. Numerosi comuni: Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto furono completamente rasi al suolo. Le persone decedute 299: 237 ad Amatrice (RI), 11 ad Accumoli (RI) e 51 ad Arquata del Tronto (AP). I feriti per cui è stata necessaria l’ospedalizzazione sono state 365.299. In tutto vengono coinvolte circa 600 mila persone in una zona di quasi ottomila chilometri quadrati del cuore montano del centro Italia con 43.623 imprese attive, 25.939 aziende agro-alimentari, 1.939 strutture recettive, 690 scuole.
Andando a visitare quel territorio mi sono posta le seguenti domande:
Com’è stata gestita l’emergenza e la fase del post terremoto?
Qual è l’esperienza delle persone che hanno vissuto il sisma e la fase successiva?
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