Anno 2012 d.c., mese di settembre, pochi giorni prima dell'apertura dell'anno scolastico. Una notizia che sa di libro "Cuore", fa sospingere la memoria all'indietro, quando c'era la solidarietà per i poveri. Nel caso specifico, in una delle tante città industriose e industriali della nostra nazione, un giovanissimo studente ha dovuto gettare la spugna verso la possibilità di continuare i suoi studi poichè il costo dei libri non poteva essere affrontato dalla famiglia. Anno 2012 d.c.: tutto questo, ovvero la preoccupazione di una famiglia italiana di non poter garantire al proprio figlio il diritto allo studio per mancanza di soldi, utili per acquistare i volumi adottati dalla scuola frequentata, ci fa fortemente riflettere. La prima riflessione nasce proprio dal diritto costituzionale, ovvero, la scuola è un obbligo ed è un diritto, ma come la mettiamo con il corredo scolastico che di anno in anno diventa sempre più costoso? E come la mettiamo con tutte le diecimila leggi che dovevano cambiare la scuola ma che non hanno mai pensato al diritto dello studente di studiare senza doversi cavare un occhio per farlo? Certo non è facile dare risposte sagge perchè non ne esistono: infatti mediamente, per poter permettere ad uno studente della scuola media o superiore di seguire l'anno scolastico sui libri di testo, una famiglia deve spendere dai 300 ai 500 euro e questo fenomeno nel corso degli ultimi anni è diventato veramente preoccupante poichè i costi imposti dalle case editrici non rendono la vita facile a nessuno. E' pur vero che per i bambini delle elementari esistono ancora le famose cedole di rimborso dei testi adottati, ma ciò non basta a permettere che un ragazzo possa studiare senza pesare così tanto sul bilancio famigliare. E' anche vero che nel luogo comune si dice: "si spendono tanti soldi per andare a fare una pizza il sabato, perchè non si dovrebbero spendere i soldi per la cultura dei nostri figli"? Indubbiamente la domanda retorica è validissima ma...ma non funziona così, poichè non è possibile che nell'anno 2012 d.c. ci debba essere ancora una famiglia che debba dichiarare bancarotta e che debba essere sostenuta dalla "carità"degli altri. E dove mettiamo la dignità di questo nucleo?Del ragazzo che sarà sempre ricordato come quello "aiutato" e probabilmente non potrà avere la possibilità di essere libero poichè condizionato dalla riconoscenza verso coloro che hanno pagato i suoi libri di studio? Quello dei costi esorbitanti dei libri di testo è una vera piaga della nosta società: nessun ministro si è degnato di porre un tetto alle case editrici che hanno deliberatamente pesato il prezzo sulla grande richiesta che viene avviata dai docenti per i propri alunni. In uno stato democratico e garantista, l'obbligo scolastico dovrebbe essere sorretto da un supporto alle famiglie, certamente quelle "bisognose". Invece ciò non accade, altre famiglie fanno i famosi debiti per poter permettere ai propri figli di studiare e quanto i figli sono più di uno, i mal di pancia sono veramente forti. Pertanto, sarebbe auspicabile che ministro e sindacati di categori, associazioni dei genitori e tutti coloro che devono pensare al futuro dei nostri figli, decidano di trovare un punto d'accordo in modo da garantire che la catena dell'editoria scolastica non fallisca, che i professori siano tanto contenti delle loro scelte e che gli alunni possano studiare senza l'ansia di sentire i propri genitori preoccuparsi per i soldi da spendere. Sarebbe ora che il tempo di Don Lorenzo Milani divenisse realtà e che ognuno potesse contribuire con il proprio allo sviluppo della società, nel modo migliore. Ma forse è solo utopia!