E’ di oggi la notizia che coinvolge la ex Senatrice del Movimento a Cinque Stelle Paola De Pin. Quest’ultima avrebbe votato la fiducia al governo Letta, al contrario del partito al quale apparteneva. Questa decisione ha provocato sonore proteste tra i banchi dei Grillini, accompagnate da numerosi “venduta”.
La Senatrice ha risposto con le lacrime, i tremori e la voce spezzata. Non intendo farmi un’opinione su questo aspetto nello specifico, anche perché ora più che mai la politica mi “confonde”. Voglio però fare una specie di excursus italiano sulle “lacrime da politico”, alle quali, da un punto di vista generale, fatico a credere.
Il primo pianto che mi viene in mente è che mi lasciò inizialmente “intenerita”, forse per l’età e per il fatto che probabilmente non distinguevo bene i meccanismi che separano la sensibilità umana dalla mente del politico, sono quelle dell’ex Ministro del governo Monti, Elsa Fornero, durante la conferenza stampa per l’insediamento del governo tecnico.
Famose sono anche le lacrime di Achille Occhetto nel 1989, quando alla Bolognina annunciò lo scioglimento del PCI.
Ci sono molte altre manifestazioni di commozione che attraversano le varie fasi della politica italiana. Il cambiamento legato all’evoluzione della politica comporta senza dubbio dei “traumi”, ritengo però che anche la credibilità di queste lacrime abbia subito un’evoluzione.
La politica e soprattutto i nostri rappresentanti dovrebbero TEORICAMENTE, svolgere il ruolo di punti di riferimento. Ciò non vuol dire che si devono mostrare impeccabili, ma devono fare di tutto per mostrare un comportamento esemplare, trasparente, limpido e comprensibile. Il lato umano e il convolgimento legato alla passione e all'impegno di chi appartiene alla classe politica e partecipa ai processi decisionali, deve emergere ed inserirsi in un più ampio insieme di fermezza e coerenza, per riprendere in mano un paese del tutto disorientato.
Agnese Giacobbe
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