Quante aspettative avreste, avendo effettuato un investimento da 30 centesimi?
Probabilmente nessuna.
Di diverso parere il ministero dell’Istruzione, che ha appena stanziato la fantascientifica cifra di 15 milioni di euro per combattere l’allarmante dilagare, nel nostro Paese, del fenomeno della dispersione scolastica.
E quindi, scugnizzi d’Italia, tornate in classe, il vostro Paese vi ha appena garantito un roseo futuro.
Facciamo due conti: grosso modo, immaginando idealmente che abbia contribuito ogni cittadino italiano (come dovrebbe essere), fanno circa 30 centesimi a testa; così finalmente rilanceremo l’economia attraverso l’eccellenza che da sempre ci contraddistingue, risolveremo la questione del Mezzogiorno, scolpiremo attraverso le nuove generazioni il futuro della new economy mondiale, delle tecnologie d’avanguardia, e faremo anche mangiare le mani alla Svizzera xenofoba che dovrà fare a meno del nostro impareggiabile “know how” .
Hai visto, alla fine bastava un niente.
Scherzi a parte, questo è quello che si può ottenere in Italia con una cifra del genere (e tanto avremo in cambio): niente.
La cosa curiosa è che alcune Regioni - ossia gli effettivi enti destinatari dei fondi - hanno anche avuto da ridire sui criteri di distribuzione dei fondi: così adesso, sgomitandosi l’un l’altra, col piattino in mano, in coda, attendono di vedere se magari gli tocca un altro po’ di niente.
A questa classe di amministratori vogliamo solo ricordare una cosa: il futuro è uno stanzino stretto, competitivo e globalizzato dove verremo mangiati vivi.
Stefano Campo/DEApress
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