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"Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza"
"L'affermazione di Ruskin che le donne sono migliori degli uomini è un fatuo complimento che deve provocare in loro un amaro sorriso, giacché non si dà altra situazione nella società nella quale si accetti che il migliore debba essere soggetto al peggiore."
"La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell'altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale."
"La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un'affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo."
"Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società."
"Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi."
Nata a Torino nel 1909, si laurea in Medicina presso l'Istituto di Anatomia Umana della stessa Università. Fin dai primi anni universitari si dedica agli studi sul sistema nervoso. A seguito della promulgazione delle leggi razziali, per proseguire le sue ricerche sui processi del differenziamento del sistema nervoso, si reca in Belgio (1938). Durante la guerra si rifugia nell'Astigiano e successivamente in clandestinità a Firenze.
Nel 1947 viene invitata alla Washington University di St. Louis nel Missouri. Nel 1951 si reca in Brasile per poter eseguire gli esperimenti di colture in vitro presso l'Istituto di Biofisica dell'Università di Rio de Janeiro, dove, nel dicembre dello stesso anno, tali ricerche le consentono di identificare il fattore di crescita delle cellule nervose (Nerve Growth Factor, noto con l'acronimo NGF).
Al ritorno da St. Louis, nell'inverno 1953, si unisce al suo lavoro un giovane biochimico, Stanley Cohen, che utilizzando il sistema in vitro da lei ideato, identifica una frazione proteica tumorale dotata della proprietà di stimolare la formazione dell'alone fibrillare attorno a gangli coltivati in prossimità di frammenti di tumore.
Stabilitasi definitivamente in Italia, nel 1969, assume la direzione dell'Istituto di Biologia Cellulare del CNR a Roma fino al 1989. La scoperta dell'NGF le valse nel 1986 il premio Nobel per la medicina.
Dal 1993 al 1998 presiede l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani. E' membro delle più prestigiose accademie scientifiche nazionali e internazionali, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia Pontificia delle Scienze, l'Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Science e la Royal Society.Diviene presidente onorario dell'Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
S'impegna nell'attività scientifica e nel campo sociale attraverso la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, della quale è presidente, che ha lo scopo di venire in aiuto alle giovani donne dei paesi dell'Africa nel sostegno all'istruzione a tutti i livelli.
Il 1° agosto 2001 è stata nominata Senatrice a vita. Nel 2005 costituisce l'Istituto Europeo di Ricerche sul Cervello, con l'acronimo EBRI (European Brain Research Institute), del quale è presidente, che si propone di svolgere attività di ricerca nel campo delle neuroscienze. Muore il 30 dicembre 2012, all'età di 103 anni, nella sua abitazione romana di viale di Villa Massimo. Il 31 dicembre viene allestita la camera ardente presso il Senato e il giorno seguente la salma viene trasferita a Torino. Dopo la cremazione le sue ceneri sono state sepolte nella tomba di famiglia nel campo israelitico del Cimitero monumentale di Torino.
Biografia dal sito della Fondazione Rita Levi Montalcini, che nasce per volontà della stessa Montalcini e della sorella Paola con l'intento di permettere l'accesso agli studi e alla cultura in particolare alle donne africane. Spiegò: «Si tratta di una goccia nel mare, al confronto delle altre grandi sofferenza del continente africano, ma sono convinta che aiutando le donne nel raggiungimento di questo diritto, si possa guardare alla libertà di crescita e di sviluppo degli individui della propria società di appartenenza e di quella globale»