Tra sabato e domenica la notte di Milano è stata scossa dell’esplosione di un ordigno rudimentale in via Quaranta, davanti alla Mosche della città, la scuola islamica nella quale aveva predicato Abu Omar, l’imam sospettato di terrorismo, rapito 5 anni fa dalla Cia e dai servizi segreti italiani.
La bomba è esplosa alle 1.30, fortunatamente solo in parte, causando lievi danni alla struttura. A scoprire l’accaduto è stato il responsabile Ali Sharif che arrivato presso l’edificio verso le 14, ha notato uno strano sacchetto bruciacchiato e ha dato l’allarme.
Sul posto sono intervenuti gli artificieri che hanno operato per tutto il restante pomeriggio al disinnesco degli altri candelotti che componevano la bomba.
Secondo la procura milanese si tratta di un attentato da attribuire a ‘fenomeni di intolleranza’. Intorno alle 17.30 la redazione del Giornale ha ricevuto una telefonata nella quale una voce maschile rivendicava l’attentato ma non ha fatto il nome di alcuna sigla. Le indagini sono in corso.
Matteo Gazzarri-DEApress
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