Più di due anni fa a Spoleto quattro operai della Umbria Olii morirono sul lavoro. L'azienda, oggi, chiede ai parenti delle vittime e all'unico superstite, trentacinque milioni di euro, come risarcimento danni.
Per la Umbria Olii (che è stata accusata dalla procura di Spoleto per omicidio colposo plurimo con l'aggravante della colpa con previsione dell'evento) la colpa dell'incidente è da attribuire agli operai: l'uso di un saldatore sarebbe stata la causa, a giudizio della difesa, dello scoppio del silos. I quattro saltarono in aria, carbonizzati.
Sconvolto Klaudio Demiri, l’unico superstite.
Il legale di parte civile, Giovanni Cerquetti parla di “attacco inaudito”, ma spiega che l’azione civile della Umbria Olii, e del suo amministratore Giorgio del Papa, potrebbe esporli a quella che il codice di procedura civile definisce come "responsabilità aggravata per lite temeraria".
Per la Umbria Olii (che è stata accusata dalla procura di Spoleto per omicidio colposo plurimo con l'aggravante della colpa con previsione dell'evento) la colpa dell'incidente è da attribuire agli operai: l'uso di un saldatore sarebbe stata la causa, a giudizio della difesa, dello scoppio del silos. I quattro saltarono in aria, carbonizzati.
Sconvolto Klaudio Demiri, l’unico superstite.
Il legale di parte civile, Giovanni Cerquetti parla di “attacco inaudito”, ma spiega che l’azione civile della Umbria Olii, e del suo amministratore Giorgio del Papa, potrebbe esporli a quella che il codice di procedura civile definisce come "responsabilità aggravata per lite temeraria".
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