Elisabetta Sirani (Bologna, 1638-1665)
Madonna col Bambino e San Giovannino
1664
Olio su tela
Pesaro, Comune di Pesaro, Musei Civici – Palazzo Mosca
Firenze, Galleria degli Uffizi – dal 6 marzo al 10 giugno la mostra Dipingere e disegnare “da gran maestro”: il talento di Elisabetta Sirani (Bologna 1638 – 1665) è stata dedicata a Davide Astori, capitano AC della Fiorentina, morto improvvisamente in giovanissima età, come la storia di Elisabetta Sirani, giovane e talentuosa artista scomparsa a soli 27 anni.
Nella sala Edoardo Detti e nella sala del Camino, al primo piano della Galleria degli Uffizi, sono esposte 33 opere provenienti da raccolte pubbliche e private, ad eccezione dell’autoritratto come Allegoria della Pittura del Museo Pushkin di Mosca, e dimostrano l’eccezionale talento della pittrice bolognese che, grazie ad una prodigiosa velocità esecutiva, si distinse per una “facilità” e per una stupefacente sicurezza di mano riscontrabile sia nei dipinti che nei disegni e nelle incisioni.
L’esposizione curata da Roberta Aliventi e Laura Da Rin Bettina, con il coordinamento scientifico di Marzia Faietti, approfondisce la conoscenza di questa artista bella e sfortunata (morta a soli 27 anni).
La prima parte della mostra è incentrata sul contesto in cui Elisabetta visse e lavorò: i numerosi aneddoti e i riferimenti tratti dalle fonti a lei contemporanee (libri in prosa e poesie pistolari e carte d’archivio) trasmettono l’immagine di un’artista conosciuta e ammirata, tanto da avere rapporti e conoscenze con personalità politiche e intellettuali di tutta Europa.
Molto importanti furono anche i legami con alcuni protagonisti della scena culturale bolognese, grazie ai quali potè intrecciare rapporti con la Firenze medicea e soprattutto con il cardinale Leopoldo, uno dei più importanti collezionisti della sua epoca.
Pochi anni dopo la sua scomparsa, il bolognese Carlo Cesare Malvasia, definiva ed apprezzava l’arte di Elisabetta Sirani per la sua “leggiadria senza stento e la grazia senza affettazione”, il suo segno grafico caratterizzato da un uso sciolto e sicuro del pennello e dell’inchiostro diluito, e anche la linea tracciata a pietra nera e rossa risultava sempre molto efficace, come del resto le sue incisioni con la tecnica dell’acquaforte.
Fonte: Galleria degli Uffizi
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