Si conclude oggi domenica 1 ottobre il Florence Queer Festival, il festival internazionale di cinema e arte gay, lesbica e transgender. Giunto ormai alla sua quindicesima edizione, il festival ha visto protagonisti vari registi, che hanno presentato i loro film o documentari davanti ad un pubblico di vario genere e di età diverse.
Noi ci siamo andati, e abbiamo assistito alla giornata di venerdì 29 settembre.
Alle ore 11 i due registi Luca Locati Luciani e Andrea Meroni hanno raccontato, presso la Sala del Cinema la Compagnia di Firenze, come viene presentata la figura del gay all’interno del cinema e le origini dell’omosessualità. L’incontro intitolato “Le regine della Notte. Il Queer Clubbing nel cinema” ha presentato cinquanta anni di rappresentazione della vita notturna gaia sul grande schermo, attraverso censure, stereotipi, realismo e cadute nel pecoreccio più triviale.
I due registi hanno spiegato la storia dei luoghi di socialità gay: i primi luoghi di ritrovo nacquero a Londra nel XVII-XVIII secolo ed erano le famose Molly Houses (molly significava uomo affemminato), vietate dalla polizia a causa del reato di omosessualità, punito con la pena di morte.
Locali gay nacquero poi a Berlino, che divenne la capitale gay negli anni ’20, e successivamente a New York in seguito al proibizionismo: proprio in questi locali infatti circolava l’alcol, che diventava il principale motivo di ritrovo, tanto da far passare in secondo piano i gusti sessuali dei presenti.
Emergono in questo periodo le prime figure esplicitamente gay, uomini che spesso erano gli intrattenitori delle serate presso i locali stessi. E’ del 1932 il film “Sangue ribelle”, che mostra come protagonista una donna emancipata e come scenografia molti locali promiscui, locali che nei film non appariranno più fino ai primi anni sessanta a causa del codice Hays.
Dopo il periodo dei regimi che bloccò l’avanzare dell’omosessualità, alla fine della seconda guerra mondiale i locali gay riaprirono molto lentamente i battenti in Germania, USA e Olanda e nel 1962 aprì anche il primo locale gay in Italia, a Roma: il Sebastian Club.
Proprio in quest’anno cambia la rappresentazione delle figure omosessuali nel cinema: Hollywood dedica più film al tema dei gay e dei locali gay, sempre caratterizzati da luci soffuse per sottolineare il pericolo in cui vivevano quotidianamente queste persone. Troviamo Frank Sinatra nel film del 1968 “Inchiesta pericolosa” e Monica Vitti nel film “La ragazza con la pistola”, primo film in Italia in cui compare un locale gay di Londra.
I due registi continuano la storia del mondo omosessuale, raccontando come dalla fine degli anni Sessanta inizino a nascere in Italia i primi locali esplicitamente gay, che compaiono anche nel film di Dario Argento “Gatto a 9 code” del 1971. Nascono in seguito anche saune, discoteche e sale da ballo adibite a gay e lesbiche, luoghi mostrati anche in vari film, sempre più numerosi.
I film degli anni successivi che affrontano il tema dell’omosessualità sono anche di genere comico e anche in queste rappresentazioni, come in quelle degli anni precedenti, molto spesso i personaggi più oscuri o sospettati di aver commesso qualche reato, sono sempre assidui frequentatori di locali gay.
Abbiamo assistito anche alla visione del documentario delle ore 15:30, sempre a tema gay e lesbo. Il titolo “Feminista” allude proprio al tema del film: un viaggio in caravan per l’Europa di un gruppo di donne, combattenti per il movimento del femminismo. Il documentario è stato presentato anche dalla regista presente in sala, Myriam Fougere, canadese e lesbica, come si presenta lei all’interno del proprio film/documentario. Feminista è un road movie, un viaggio nel cuore del femminismo globale. Nel 2015 Myriam Fougere si è unita ad un gruppo di giovani attiviste dando vita ad una carovana che ha attraversato venti nazioni europee, dalla Turchia al Portogallo, attraverso i Balcani, l’Italia e la Spagna. Un documentario che guarda con attenzione e solidarietà al movimento femminista, uno dei movimenti più diffusi, poco compreso e riconosciuto, che oggi è più che mai vivo e attuale nel mondo.
Alle 17 è stata presentata una serie di cortometraggi, intitolata “Videoqueer”.
Cafè desvelado, Herculanum, For a change e Sis: questi i titoli dei quattro video mostrati in sala. Storie di una coppia di lesbiche in crisi in Spagna, di due gay francesi che saltuariamente si incontrano per motivi sessuali, di un ragazzo israeliano che racconta il suo disagio in un corpo da femmina e di un uomo diventato donna e poco accettato dalla sorella in Inghilterra. Quattro storie in cui i veri protagonisti sono la rabbia di vivere in un corpo che non rispecchia l’anima e il disagio di non essere accettati per quello che si è.
Il Florence Queer Festival si concluderà stasera con gli spettacoli serali.
Share |
< Prec. | Succ. > |
---|