Viviana (Ambra Angiolini) e Modesto (Pietro Sermonti) sono amanti da tre anni, e rispondono piuttosto bene al loro ruolo: fanno l’amore, litigano spesso, ogni volta fanno pace.
Entrambi sono sposati, e i loro coniugi sono sbiaditi in una quotidianità occupata e quasi indifferente. Modesto è un uomo (come tanti) che non muoverebbe mai nulla della sua vita, gli sta bene un matrimonio che lo ripara da scelte complicate, gli sta bene incontrarla (preferibilmente spesso) nel b&b che hanno eletto rifugio, gli sta bene anche discutere continuamente con Viviana alla quale tiene.
Viviana si dibatte in una consapevole confusione su ciò che le sembra giusto e sbagliato, si tormenta, lo tormenta, lo pungola continuamente e lui risponde sempre con sarcasmo divertito, facendola irritare spesso. Una coppia divertente, attraente, brillante in definitiva.
Ma, come sempre avviene, arriva il punto di stallo: che si fa?
Modesto, in eterno ritardo assimilativo, è colto di sorpresa dalla sorpresa e non lo sa; Viviana non lo sa ma ci prova, e gli propone una terapia di coppia. Lui resiste, lei insiste, infine ci vanno.
Le gag raddoppiano con il Prof. Malavolta (Sergio Rubini), a sua volta irrisolto amante. Prova a metterli in discussione ma a trovarsi al tappeto sarà lui, in quest’analisi inaspettata di un sentimento saldo che chiede libertà d’espressione.
Il risultato è una commedia gradevole sulla diversità di esternazione del sentimento, lui che lo dà per scontato e lei che di scontato non vuole riconoscere nulla. In tanti si riconosceranno, e questo fa la fortuna del film diretto e sceneggiato da Alessio Maria Federici in collaborazione con Diego De Silva, autore del libro da cui ha origine il film. Se conoscete De Silva e il suo Malinconico, saprete che lui non risparmia mai il suo avvocato della necessità di retropensiero al pensiero, noi sappiamo sempre in che modo arriva ad una conclusione, e quasi ci dispiace per il suo interlocutore su carta, che resta al massimo perplesso mentre noi scoppiamo a ridere. Ecco, volendo marcare un difetto, al film mancano sfumature come queste, sebbene Pietro Sermonti ce la metta tutta con la mimica facciale.
Per un pomeriggio d’evasione consapevole (agli amanti si consiglia di andare attrezzati con un surplus di autoironia)
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