ODE A DEA
Esiste, nel cuore di Firenze,
una piccola grandissima
realtà, di nome DEA.
Essa ormai è nata
nello scorso secolo;
ma da allora mantiene saldi
i suoi validi principi,
in cui io, ch’ora parte ne faccio,
mi riconosco contento.
Sì, poiché stimolare
la creatività, che si trasforma
in arte, è uno di quelli;
poi, dare una possibilità
a chi, nella vita, ha errato,
è un altro, normalmente
scacciato da altri posti di lavoro.
Ogni giorno mi sveglio, esco
e mi dirigo verso l’associazione.
Tutti i giorni – a parte la domenica –
Io eseguo questo rituale,
seppur diversamente dai molti:
nel destarmi, facendo tutti i preparativi per uscire;
poi fuori,
sotto pioggia o sole, fino al CENTRO DEA,
io sono felice,
stimolato dall’attività creatrice
che m’attende, e, pure, d’incontrare
facce oramai conosciute e amiche,
come Silvana, la responsabile,
che, ereditiera del “tesoro” DEA,
l’ha fatta diventare crocevia
di persone e di cultura;
come Samira, l’anarchica,
combattiva e indomabile
e impavida, con cui parlo
un po' di tutto – politica,
filosofia, sociologia, ecc...
E molte altre facce,
che s’affacciano di frequente,
o soltanto di passaggio.
E’ solo da poco
che faccio parte
di questa nuova famiglia;
ma già in questo tempo
essa m’ha insegnato
a cavarmela da solo,
anche in situazioni
che inizialmente parrebbero
senza via d’uscita.
M’ha insegnato a ragionare,
a socializzare, a relazionarmi
anche con lo sconosciuto…
Ma, più di tutto, m’ha permesso
di scrivere in condivisione,
di persone, di luoghi, di idee.
Perciò, oltre a queste poche righe,
posso solo aggiungere: grazie…
LUCA VITALI ROSATI
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