Beppe Dettori & Raoul Moretti
“S’INCANTU E SAS CORDAS”
Disco di pregiata fattura e di infinite visioni spirituali questo nuovo lavoro che il grande Beppe Dettori realizza con l’arpista italo-svizzero Raoul Moretti. Si intitola “S’INCANTU E SAS CORDAS” ed è un viaggio tra le antiche tradizioni che si mescolano a suoni e a fantasie del futuro digitale, tra le derive di arpa elettrica, beat-box, canto con tecniche gibberish… il tutto in bilico alle radici sarde, celtiche e sudamericane. Non è facile raccontarlo, par divenire più un’esperienza che un semplice ascolto. Composizioni che si sviluppano e che non promettono soluzioni prevedibili. Profondissima quiete sicuramente, dietro il DNA di queste chimiche spirituali.
Un disco quasi mistico e surreale. Avete attinto da quali e quante culture oltre alla tradizione sarda?
In primo luogo dalla produzione di Maria Carta, quindi dalla tradizione Sarda. Ma abbiamo cercato di contaminare a modo nostro, introducendo più mediterraneo a tratti e overtoones mongolo-tuvano. Incontri fra isole come Cuba e Sardegna. Grammi di Irlanda per condire L’ave Maria sarda e renderla più popolare, laica.
Quanto spazio avete concesso alla sperimentazione?
Bè non abbiamo un peso o una misura per attribuire spazi alle improvvise sperimentazioni. Diciamo che ci muoviamo su strutture sulle quali è possibile contaminare senza il timore di dissacrare tradizioni.
In alcuni casi avete edulcorato o forse trasgredito ai dettami della tradizione rivestendoli di un futuro elettronico… non è così?
Si! Questa è un po’ la nostra missione, che può sembrare irriverente verso la tradizione, appunto, ma dal nostro punto di vista e anche quello di Maria Carta, è un tentativo per uscire da un mood sclerotico e ripetitivo. Ulteriore opportunità quella di miscelare folk e rock per allargare un genere di nicchia come il folclore con generi e suoni contemporanei.
Dall’incontro dei nostri percorsi sonori di ricerca individuali in un continuo dialogo negli anni è nata l’alchimia del nostro sound, che è un aspetto a cui teniamo molto. Il suono del duo con le sue sfumature multiple, anche elettroniche dell’arpa, è la nostra cifra stilistica insieme alla contaminazione.
E se si… è stato secondo voi un affronto nei confronti dei puristi del genere?
Si e No, è possibile che alcuni “puristi” apprezzino lo sforzo creativo e non avvilente che cerchiamo di produrre, come invece possiamo sembrare troppo sfrontati nel cambiamento di strutture tradizionali.
Come ti sei trovato a dialogare con uno strumento così particolare?
Se chiedi a me (beppe) accolgo il dialogo con lo strumento ma soprattutto col musicista, Raoul Moretti, che è una persona straordinaria oltre ad essere un musicista eccezionale. Ogni volta è un viaggio, un ispirazione continua, molto stimolante…quindi mi trovo magnificamente, con arpa e arpista.
A chiudere: ci sarà un video ufficiale di questo progetto?
Abbiamo realizzato 8 tracce di (IN)CANTO RITUALE registrando audio e video come fosse un concerto, in uno studio in sardegna a Ottava, provincia di Sassari, praticamente scavato nella roccia. Quindi abbiamo realizzato 8 videoclip, più un bonus track dedicato a Maria, (ma questa è una sorpresa), il progetto è prodotto da Undas edizioni musicali con il contributo della Fondazione Maria Carta.
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