Giulio Spagnolo
"Beato chi"
"Beati chi" - guarda il VIDEO UFFICIALE
Eccolo l'esordio discografico del cantautore leccese Giulio Spagnolo. Giovanissimo ma già riccamente colorato di grandi dettagli di maturità in un suono che al pop non chiede solo la forma classica ma anche nuovi suoni e rifiniture urbane foriere di una ricerca personale che forse, col senno di poi, avrebbe meritato anche un coraggio e una presunzione maggiore. "Beato chi" è un disco che alla critica sociale - come dentro la bella title track - accosta anche un ragionamento sull'individuo nel suo rapporto con una forma tutta personale di spiritualità. Dio diviene solo un tramite per un ragionamento decisamente più importante e mai scontato...
Chi c’è dietro questo primo disco di Giulio Spagnolo? La vita
quotidiana o qualcosa che va in scena opportunamente mascherata? Domanda
allegorica ovviamente…
Sostanzialmente l’album è il riassunto di un viaggio vissuto alla ricerca della felicità, del confronto e del valore, otto brani che considero come delle piccole parti di me.
Nella maniera più sincera, “Beato chi” è stata una gavetta con la vita ma a dura prova, e in quelle circostanze mi trovavo con una parte di me che pensava a vivere e l’altra a scrivere, ho voluto mascherare poche cose di un viaggio formativo.
E poi Dio… un punto fermo nella narrativa del disco. L’uomo si pone al
cospetto o si confronta con la sua spiritualità?
Il brano mira direttamente ad un confronto, non ho voluto portare l’uomo al cospetto di Dio, ho preferito metterli faccia faccia innestando un sottile dubbio tra la creazione e l’esistenza.
Oggi l’uomo secondo te vive ancora di spiritualità? Oppure come dicono
molti manca talmente tanto che dovremmo ricercarla?
Non credo che dovremmo ricercarla, semmai dovremmo tornare a guardare con occhi più consapevoli; il mio concetto di spiritualità è strettamente legato ad uno spazio che vive per pochi momenti tra il mio “me” e il mio “io”, e tutto ciò viene dimenticato ogni giorno quando veniamo assorbiti dalla velocità rumorosa della vita sociale.
Un esordio oggi nasce dalle ceneri di un tempo assurdo… e qui parliamo
ancora di spiritualità. Siamo marionette o siamo protagonisti del nostro
tempo?
Attualmente sono riuscito a rispondermi con una domanda: siamo mai stati protagonisti? Sicuramente a volte un po' marionette, ma quasi mai da protagonisti, e tutto questo credo che sia possibile perché la nostra vita impone una forte routine a ritmo continuo. La bellezza dell’essere umano è stata distrutta dal denaro, lo stesso che ci tiene schiavi di un sistema che è basato solo sul guadagnare, lo stesso che ci fa allontanare da qualsiasi spiritualità.
E dopo il bellissimo video di “Beato chi” stai pensando a nuove clip
ufficiali? In scena questo disco ha molto di teatrale…
Di sicuro quest’anno musicale avrà tante novità, è vero l’album è stato ambientato in un contesto molto scenico e che merita delle precise attenzioni sotto alcuni punti di vista audiovisivi e infatti c’è già un brano candidato ad un secondo videoclip. Ora dobbiamo fare la cosa più difficile, aspettare le sorprese in arrivo.
Share |
Succ. > |
---|