Censurata la foto della matematica iraniana vincitrice del Nobel
In un’era di sviluppo scientifico e tecnologico come quella in cui ci troviamo, fa discutere il ritocco alla foto della vincitrice iraniana della Medaglia Fields per la Matematica, Maryam Mirzakhani, apparsa su Twitter: i giornali iraniani hanno infatti deciso di aggiungerle un velo per coprire la testa.
In un momento di estremo orgoglio per questo successo scientifico, che rappresenta un po’ la rivalsa del genere femminile e del popolo iraniano in questo ambito, sembra non ci sia però posto per un’equivalente rivalsa dal punto di vista dei diritti delle donne. La religione islamica, infatti, non permette alle donne di uscire senza un copricapo e prevede severe sanzioni (anche corporali) contro chi viola le leggi di costume imposte dalla Sharia.
La protagonista della nostra storia, Maryam, è una donna intelligente e coraggiosa: frequenta il liceo a Teheran, in Iran. In quegli anni trova subito un riconoscimento internazionale vincendo due medaglie d'oro alle Olimpiadi Internazionali della Matematica nel 1994 e 1995. Nel 1995 è la prima studentessa iraniana a concludere le olimpiadi con punteggio massimo (42 su 42), ottiene poi una laurea in matematica nel 1999 alla Sharif University of Technology sempre a Teheran e decide quindi di spostarsi ad Harvard per il dottorato. Nel 2004 è anche research fellow al Clay Mathematics Institute e professore a Princeton.
Attualmente è professoressa di matematica alla Stanford University dal 2008 e ha dato importanti contributi in geometria iperbolica, teoria ergodica e geometria simplettica.
Pochi giorni fa, è stata appunto la prima donna a vincere la Medaglia Fields (simile ad un Nobel per la Matematica), oltre che la prima persona di cittadinanza iraniana a ricevere il riconoscimento.
Ma tutto questo non sembra bastare nella concezione della legge islamica per poter essere apprezzata e riconosciuta: Maryam è una donna e così rimane, nonostante l’orgoglio che ha suscitato in patria. Una donna come tutte le altre, che nel suo paese devono adeguarsi alle dure leggi, che non permettono loro libertà di comportamento e pari opportunità, oltre a privarle dei loro diritti.
Maryam è stata fortunata, è riuscita a costruirsi una vita fuori da quelle mura grazie alle sue incredibili capacità e volontà, ma il pensiero va a chi rimane: che destino è riservato alle donne che restano?
Nora Mulè
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