Donne africane - Uno scatto di Silvana Grippi
Omaggio alle donne per l'8 marzo.
presso il Laboratorio DEApress intervisteremo Silvana Grippi,
sulla condizione femminile sia in Africa che nel Vicino e Medio Oriente,
e ci mostrerà il suo archivio fotografico di alcuni paesi che ha visitato:
Yemen, Sudan, Eritrea, Egitto, Libia, Algeria, Tunisia, Marocco,
Sahara occidentale, Mali, Mauritania, Senegal, Gambia, Guinea.
Turchia, Zone Kurde, Siria, Giordania, Palestina, Iran
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Africa come nel resto del mondo: la centralità delle donne nello sviluppo.
Le donne africane hanno un ruolo chiave in tutti gli aspetti della realtà sociale, economica e culturale del loro Paese, nonostante la loro partecipazione nello sviluppo sia rimasta invisibile. Il corso degli eventi ha voluto dare una risposta a questa mancanza di visibilità, offrendo un avvicinamento delle donne alle attività politiche ed economiche. Però è necessario comprendere come le dinamiche stiano configurando questa partecipazione in ogni contesto nazionale, tenendo in conto i modelli politici presenti, il peso delle strutture sociali, di quelle religiose e patriarcali.
Quindi, mai come questo "8 marzo", è importante capire che l'autonomia economica e politica passa prima di tutto da un'autonomia fisica, per poter esercitare il diritto a vivere una vita libera dalla violenza, così da accedere ai servizi sanitari primari e garantirsi la possibilità di godere liberamente dei diritti sessuali e riproduttivi.
Nell'ultima decade, siamo stati testimoni di un maggior compromesso politico con il continente africano e di una maggior presenza di cornici politiche disposte a promuovere la parità dei generi e la difesa dei diritti umani delle donne.
In Africa, la decade 2010-2020, è stata battezzata come "la decade della donna", a livello nazionale, 51 di 53 Paesi, hanno formato la "Convenzione per Eliminare tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne" (CEDAW) e più di 18 Stati hanno assunto una politica nazionale di genere.
La sensibilizzazione verso le prospettive di genere, come quelle dimostrate nelle legislazioni elettorali del Burundi, Sudafrica e Uganda, rappresentano modelli per la partecipazione attiva delle donne alla politica. Detto questo, la discriminazione contro le donne e le tensioni prodotte dalle leggi tradizionali e da quelle formali persistono, soprattutto nelle questioni della proprietà e della terra, sia nei diritti patrimoniali che rispetto alla legislazione per la custodia dei bambini e dello stato civile, oltre agli ostacoli generali culturali che permeano tutte le società africane e continuano a impedire la piena autonomia femminile.
Una delle ragioni per la quale lo sviluppo è differente da un paese all'altro, va ricercata nei contesti di conflitto che traghettano la transizione: nelle transizioni delle ricostruzioni post-conflitto e nella stabilità relativa alla sua consolidazione.
La consolidazione della pace e della giusta governabilità è direttamente proporzionale allo sviluppo sostenibile, per esempio, negli Stati decadenti afflitti da situazioni di conflitto, qualunque tentativo d'impiantare strategie di sviluppo e di assicurazione dei diritti umani è fortemente ostacolato.
Anche negli stati più stabili, esistono allo stesso modo sfide che compromettono l'impatto di politiche di sviluppo, relazionate con la mancata capacità di stabilire meccanismi necessari di responsabilità mutua e di monitoraggio di un effettiva "buona governabilità" delle istituzioni, che va di pari passo con la mancanza di volontà per lavorare sulla distribuzione equa delle ricchezze.
Non è possibile elencare tutte le dinamiche della situazione femminile nei differenti Paesi africani, però possiamo segnalare una serie di aspetti per assicurare una maggiore e migliore partecipazione delle donne nello sviluppo africano:
- Il diritto politico e la partecipazione delle donne nei meccanismi di decisione, con particolare attenzione alla situazione dei Paesi con conflitti attivi o che attraversano un processo di ricostruzione;
- l'educazione formale dei bambini e l'alfabetizzazione universale di tutte le donne; la sicurezza economica, il lavoro salariato delle donne e la loro incorporazione nel settore economico;
- la sicurezza sui prodotti alimentari di base caratteristici delle società autoctone, con una partecipazione femminile nell'agricoltura produttiva e nei programmi di estensione agraria, cosi come i diritti di accesso a questi ultimi;
- la miglioria dei servizi di salute con speciale attenzione ai diritti sessuali e riproduttivi;
- l'autonomia personale e l'accesso alla pianificazione familiare;
- lo sradicamento della violenza contro le donne, unito allo sviluppo delle istituzioni e alle misure per combattere la violenza sessuale e la violenza domestica, allo scopo di porre fine alle impunità riguardo ai crimini di violenza sulle donne che vengono utilizzati come arma di controllo.
Oggi 8 marzo lo dedichiamo alle donne africane contro l'opportunismo e per una giusta e pari opportunità con le altre donne nel mondo.
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