La violenza della repressione poliziesca contro i cosiddetti “rave party” continua, causando un numero imprecisabile (vista la cortina fumogena della stampa che, come sempre in questi casi, “dà i numeri”) di feriti, tra cui una 22 enne in coma, a Cusago, nel milanese. Sembra che ieri, (arbitrariamente, tra le versioni contrastanti dell'accaduto, nessuna delle quali riponde a criteri minimi di attendibilità, darò credito a quella pubblicata sull'edizione odierna de “Il Tirreno”, sperando che la distanza della redazione in questione dai fatti, porti a qualche menzogna in meno) la polizia abbia deciso di interrompere “con brutalità” una festa in una “Standa” abbandonata. Il risultato è stato una serie di tafferugli, la precipitosa fuga degli astanti, e almeno quattro arresti (di cui sono al momento ignote le motivazioni). L'atteggiamento persecutorio delle cosiddette “forze dell'ordine” contro qualunque assemblamento di giovani che non rientri nelle logiche del normale “profitto” è assurdo e ingiustificabile.
Fabrizio Cucchi, DEApress
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