“Ancora cinque anni per uscire dalla crisi” sono le parole della Merkel invitando l'Europa a mantenere maggiore rigore per attirare gli investimenti, mentre il Tesoro staunitense annuncia che con questo regime l'Europa frena la ripresa dell'economia mondiale.
Un'Europa sempre più avvilita dalla povertà e dall' esasperazione di conflitti sociali per i continui tagli alle fasce più deboli. Una scelta, quella di contrastare le difficoltà finanziare, che non riguarda mai i ceti più abbienti. Si continua a sostenere che mancano i soldi ma i mega stipendi, le mega pensioni continuano ad essere erogate senza alcuna riduzione.
In Italia le tredicesime dei dipendenti saranno più leggere, senza tener conto delle riduzioni già pesanti che i dipendenti hanno avuto già da diversi anni.
Continuando ad infliggere sanzioni ai bassi redditi penalizzando il tenore di vita, il potere di acquisto non riprenderà mai e la crescita resterà una chimera specialmente se le imprese continueranno a licenziare.
Mentre manca il lavoro per i giovani, si è aumentata l'età pensionabile creando uno stallo che mantiene l'immobilità.
L'Europa intera è in ginocchio. Ancora cinque anni di questa agonia sono davvero troppi.
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