Già in passato ( http://www.deapress.com/societa/14573-tra-gli-argomenti-qtabuq.html ) ho tentato di scrivere il poco che è mi è concesso dire su un argomento “tabù”...Compito non facile, e assolutamente "non appagante"....Oggi, tra le notizie del giorno, trovo “aggiornamenti” su un altro tema ( http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/02/06/Cc-aggrediti-ergastolo-Reati-gravi-_8202872.html ) sul quale “il meglio di quel che sai non lo puoi dire” ; per le leggi sulla stampa, per “disciplina di partito” (infatti sull'argomento mi è già stato esplicitamente detto : “la tua posizione non è politicamente accettabile”), per varie “reticenze psicologiche”, etc. etc..Ora, chi scrive è intimamente convinto che una “storicizzazione” di questo o di quell'episodio, “lasci il tempo che trova” (perdonatemi la battuta, piuttosto intellettuale del resto), specialmente in un paese come il nostro, dove Hegel ha fatto più danni che altro … ma comunque “sempre meglio che il silenzio”, o no?
Dunque inscriviamo l'episodio in questione nel suo contesto storico (per sommi capi, altrimenti "si fa notte"). “Da questa parte di mondo” fu il Nixon a dichiarare “la guerra alla droga” (17 giugno 1971). Immagino adesso di sentire i commenti ironici dei vari lettori/lettrici. Tutto questo non aiuta. Il Nixon è oggi, anche al di là dell'argomento che stò trattando, più pericoloso di ieri, e questo appunto perchè voi (e non io) avete smesso di prenderlo sul serio...Dunque rileggiamo il “proclama originario” ( http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=3047 ): “ [….] In order to fight and defeat this enemy, it is necessary to wage a new, all-out offensive. I have asked the Congress to provide the legislative authority and the funds to fuel this kind of an offensive. This will be a worldwide offensive dealing with the problems of sources of supply ” che tradotto suona pressappoco così: “ [….] Per combattere e sconfiggere questo nemico, è necessario intraprendere una nuova, totale offensiva. Io ho chiesto al Congresso di fornire l'autorità legislativa e i fondi per alimentare questo tipo di offensiva. Questa sarà un'offensiva mondiale che tratta il problema delle fonti di approvigionamento”.
Quindi non si trattava di un atto di politica interna ( come era stato ad es. L'Uniform State Narcotic Drug Act, si veda ttp://en.wikipedia.org/wiki/Uniform_State_Narcotic_Drug_Act ) né di un iniziativa “concordata” come era stata la Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 ( http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_unica_sugli_stupefacenti ), le cui trattative per la ratifica Onu erano, del resto, ancora in corso. Si trattava di un atto unilaterale di ingerenza nelle questioni interne di altri paesi. Che fosse una vera e propria guerra e non altro, lo chiariva lo stesso Nixon, quando nello stesso discorso la pone in rapporto, e aggiungerei : sullo stesso piano, della guerra del Vietnam (infatti leggiamo: “[...] Fundamentally, it is essential for the American people to be alerted to this danger, to recognize that it is a danger that will not pass with the passing of the war in Vietnam which has brought to our attention the fact that a number of young Americans have become addicts as they serve abroad, whether in Vietnam, or Europe, or other places. Because the problem existed before we became involved in Vietnam; it will continue to exist afterwards.”).
Ancora: benchè il Nixon non abbia (quantomeno nell'occasione) pronunciato esplicitamente la parola "guerra", la definizione di "guerra alla droga" non è una “figura retorica” , la storia successiva lo ha affermato (non io), oltre ad essere precisamente quella l'intenzione originaria (ancora: del Nixon), e il lettore/lettrice può constatare da sé che il seguito si sia svolto con mezzi e logiche “militari”, in molti casi “da ambo le parti”, anche senza esaminare le vicende lontane di Messico e Colombia. Chiaramente l'argomento: “e anche tu lo fai” non è di quelli “storicamente giustificanti”, e neppure si può "passar tutto" nella categoria "danni collaterali", ma ....Ciò attenua molto una colpevolezza già "molto scarsa" come ho dimostrato all'epoca dei fatti ( http://www.deapress.com/articoli-mainmenu-29/opinioni-e-commenti-mainmenu-65/10941-qcicero-pro-domo-suaq-ma-nonostante-questo.html).
Esaminiamo la cosa da un'altra prospettiva. Molte cose mi separano dal Calasso del “Le nozze di Cadmo e Armonia” ( ed. Adelphi 1988) ma pensando al Gorelli mi viene a mente quanto l'autore fiorentino scrive : “ [...] La colpa è come un masso che sbarra la strada; è palpabile, incombente. Forse il colpevole la subisce non meno della vittima. Dinanzi alla colpa vale solo il calcolo spietato delle forze. Dinanzi al colpevole c'è sempre un ultima vaghezza. Non si riesce mai ad accertare sino a che punto sia davvero tale, perchè il colpevole fa corpo con la colpa e ne seguirà la meccanica. Forse schiacciato, forse abbandonato forse liberato.”
Fabrizio Cucchi, DEApress
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