Sarkozy ha ordinato di bloccare le linee ferroviarie tra Ventimiglia e la Francia, per arrestare il flusso migratorio, in gran parte tunisino. Naturalmente a pagarne le conseguenze, sono stati tutti, migranti e non, dato che “l’azione di contenimento” ha provocato sette ore di disagio a tutti i viaggiatori che affollavano il treno. Fonti non ufficiali riferiscono che anche i varchi stradali sarebbero presidiati dalla gendarmeria. Il ministro degli Esteri Frattini, ha chiesto spiegazioni a Parigi, denunciando la violazione dei principi fondamentali dell’Unione Europea. Ufficialmente il Ministro degli Interni francese ha dichiarato di aver seguito alla lettera la convezione del’ 95 e ha giustificato la manovra con il timore che alcune centinaia di no global, riuniti alla stazione di Ventimiglia, provocassero qualche tafferuglio. E questo incidente rende i rapporti fra i due stati ancora più tesi, in attesa del meeting fissato per il 26 aprile tra i due capi del governo. Piccole tensioni sul versante italiano, quando le forze dell’ordine hanno blindato la stazione, impedendo ogni ingresso e ogni uscita: attivisti dei centri sociali e migranti si sono uniti inneggiando alla libertà; tensioni acuite quando polizia e carabinieri hanno impedito loro di dirigersi con altri mezzi oltre il confine. I manifestanti hanno occupato pacificamente i binari, consentendo ai pochi tunisini in possesso del permesso di soggiorno di soggiornare non nella casa di accoglienza di Ventimiglia, ma in una struttura della Croce Rossa. Solo in tarda serata il governo francese ha dato l’ordine di riaprire le frontiere.
Fonte: liberatiòn.fr; La Repubblica; Imc liguria
Paola Cama/DEApress
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