Puntualmente ogni estate si ha notizia di un nuovo sistema per scansionare pressochè ogni e qualsivoglia comunicazione tra gli utenti di internet (che come è noto "non ha confini") con la scusante della ricerca di contenuti pedopornografici. La scorsa estate l'iniziativa veniva dall'Unione Europea (1). Quest'anno "la palla" è in mano al (traballante) governo di Sua Maestà Elisabetta II.
Il governo britannico è infatti intenzionato a dare alla propria Autorità per le telecomunicazioni, il mandato per imporre ai vari "attori di internet" di scansionare -anche preventivamente- qualsiasi "aggeggio" per prevenire, identificare e rimuovere contenuti pedopornografici (2). Questa scansione dovrà necessariamente scavalcare le normali crittografie usate da ogni dispositivo che vada su internet. Purtroppo ignorata l'opinione degli esperti che avvertono che non c'è assolutamente nessun modo di usare una tecnologia di scansione come quelle che saranno rese obbligatorie solo per gli scopi dichiarati. Il prof. Woodward dell'Università del Surrey ha dichiarato alla stessa BBC: "Il grosso problema sarà che qualsiasi tecnologia che può essere utilizzata per guardare ciò che altrimenti è crittografato potrebbe essere utilizzata in modo improprio da malintenzionati per condurre la sorveglianza".
Sorprende la regolarità con cui simili iniziative vengano prese ogni estate. Ma, al di là delle ricorrenze stagionali, la pedopornografia, ben prima che esistesse il Covid, è quella cosa la cui esistenza giustifica qualunque misura repressiva nei confronti di chiunque, persino degli estranei "all'affare". Le scuse cambiano con il passare degli anni: all'inizio la parola magica che apriva ogni porta era "terrorismo"...L'impiego strumentale di queste banalità per consentire alle solite "mele marce" di agire senza alcun freno è una storia già vista. Ma è una costante che accomuna i governi delle più diverse nazioni. E dei più diversi "credi politici".
Dato che internet non conosce i confini nazionali, così come il nostro "spyware di stato" (3) minaccia di infettare i computer molto al di là delle Alpi, c'è da aspettarsi - nella migliore delle ipotesi - che i dati conservati nei nostri "aggeggi" finiranno per essere scansionati da qualche annoiato funzionario di Westminster... E speriamo "che li tenga per sè".
Fabrizio Cucchi /DEApress
(1)https://www.deapress.com/inchieste/25741-il-qgrande-fratelloq-della-ue.html
(2)https://www.bbc.com/news/technology-62052185
(3)https://www.deapress.com/culture/caffe-letterario/19952-avremo-anche-noi-il-qmalware-di-statoq.html
(foto di Pubblico Dominio da Wikipedia)
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